il “fotografo” chiamato Hubble

Uno dei “fotografi” certamente più famosi al mondo (soprattutto nell’ambito scientifico) è certamente Hubble…anche se di umano ha davvero poco…anzi nulla :p Stiamo parlando ovviamente del famosissimo satellite NASA che dal 1990 orbita intorno alla terra fornendoci immagini (spettacolari) dell’universo di cui siamo circondati.

  • 38000 gli obbiettivi astronomici analizzati
  • 844 gigabytes circa di dati acquisiti per mese, per un totale di più di 100 terabytes di dati dal suo lancio
  • 700000 (circa) immagini astronomiche riprese
  • 3 è il numero di fotocamere di bordo
  • 4 il numero di sensori della fotocamera grandangolare
  • la sua fotocamera speciale per pianeti è in grado di intensificare l’immagine di 100000 volte

Questi sono solo alcuni dei numeri che possiamo citare riguardo questo satellite artificiale. Ovviamente qui noi parliamo di fotografia e quindi come non citare, al varco del pensionamento (previsto per questo 2014), questo strumento che ci ha permesso di scoprire ed esplorare zone del “nostro” universo ancora prima d’ora mai viste ed analizzate. A questo punto mi piacerebbe soffermarmi su qualche aspetto legato a questo “genere fotografico” spesso non troppo compreso (o meglio generalizzato): l’astrofotografia. L’astrofotografia (o fotografia astronomica) si differenzia molto (anzi moltissimo) dalla fotografia notturna (con cui spesso e volentieri viene confusa). L’astrofotografia è paragonabile alla così detta “acquisizione dati” in campo scientifico, infatti non è una pratica fotografica finalizzata a realizzare “belle o buone” foto ma bensì all’analisi dei corpi celesti (o soggetti fotografati) all’interno delle immagini acquisite. Le tecniche di acquisizione delle immagini nel settore della fotografia astronomica infatti sono svariate ed ognuna produce (sul medesimo soggetto) effetti differenti (anche in termini di colori), questo al fine di analizzare le componenti chimiche di cui è composto il soggetto celeste, quindi quando vediamo immagini “spettacolari” di galassie o nebulose, questi non sono realizzati al fine di stupirci (come si fa quando fotografiamo il tramonto ad esempio :p) ma bensì quei colori racchiudono in loro informazioni importantissime sulla componente gassosa dei corpi stessi o delle sostanze che li circondano. Anche l’intensità luminosa di un corpo (di un singolo puntino) all’interno dell’immagine fornisce informazioni importanti (ad esempio circa la distanza del corpo dal punto in cui è stato fotografato, ecc). La fotografia notturna invece produce immagini non utili a tal fine (intendo al fine scientifico) ma è finalizzata “solo” a realizzare “belle o buone” immagini ^_^ non richiede tecniche particolari (o dissimili dalla tradizionale fotografia), ma si rapporta ad un altro pubblico. Spesso i due generi vengono fortemente affiancati e confrontati ma di simile non hanno davvero nulla, se non il fatto che entrambi puntano l’obiettivo verso l’alto :p Tutto questo anche per dire che la fotografia tecnica professionale non è solo finalizzata a tutti ma alle volte una stessa immagine più avere due differenti chiavi di lettura in base al pubblico che la osserva, come il caso delle immagini prodotte dall’Hubble, che viste dagli scienziati non sono altro che una serie di dati e numeri da interpretare analizzare e schedulare, per tutto il resto del mondo rimangono immagini stupefacenti di posti lontani…anzi lontanissimi Un’altra nota interessante: lo sapevate che osservare il cielo equivale ad osservare il passato? mi spiego meglio: se noi osserviamo un immagine di astro, nebulosa, ammasso stellare, o qualsiasi altro corpo celeste esso non ci appare come è oggi ma come era in passato, quanto per la precisione? in base alla sua distanza in anni luce dalla terra. Faccio un esempio: se fotografo un corpo celeste che dista 100 anni luce significa che io sto guardando oggi la sua “forma” per come era 100 anni fa…questo perchè la luce (riflessa/emessa) da quel corpo avrà impiegato 100 anni per arrivare a noi, quindi io che lo fotografo oggi (o lo osservo oggi) in realtà osservo ciò che era 100 anni fa. Un altro esempio si potrebbe fare con il Sole o la Luna (che osserviamo tutti i giorni), ad esempio quando osserviamo la Luna la osserviamo sempre circa 1 secondo in ritardo, mentre il Sole lo vediamo sempre con circa 8 minuti in ritardo (quindi se dovesse esplodere ce ne accorgeremmo solo 8 minuti dopo :p :p :p) Il fascino di osservare il cielo è proprio questo…è come osservare una “fotografia” di ciò che stiamo in quel momento pensando di osservare….

 

IL SATELLITE HUBBLE LASCERA’ I NOSTRI CIELI NELL’ARCO DI QUESTO 2014 E VERRa’ SOSTITUITO NEL 2018 CON IL SUO SUCCESSORE JAMES WEBB