Jean Francois Rauzier le sue Hyper-photo
Oggi vi presento un fotografo/non fotografo, o meglio uno dei tanti artisti che utilizzano il mezzo fotografico per fare altro dando vita ad opere a limite tra arte/illustrazione/iper-realismo.
La fotografia più di ogni altra disciplina permette di esplorare nuove possibilità creative dando origine sempre a nuovi movimenti artistico/culturali. è ciò che ha fatto Jean Francois Rauzier con le sue Hyper-photo. Di cosa si tratta? Rauzier realizza giga-photo cioè immagini composte da milioni di immagini, utilizzando la tecnica del photomarge.
Cosa c’è di innovativo? Di base nulla, in quanto da sempre la tecnica del collage fotografico viene utilizzata per realizzare suggestive panoramiche, nel concreto tutto o quasi in quanto come prima cosa di solito il numero di immagini che vengono utilizzate per un photomarge non supera mail il centinaio di immagini nel caso di Rauzier si parla di numeri esorbitanti (anche 1000 immagini ad altissima risoluzione), l’altro aspetto fondamentale è il modo di incollare le immagini infatti lui non vuole riprodurre il paesaggio ma stravolgerlo dando vita a qualcosa di nuovo e irreale…se vogliamo esagerare visionario.
La domanda da porci in questo caso, nel caso di un lavoro artistico di questo tipo è (a mio avviso) da dove nasce la sua idea e cosa ha spinto l’autore ad intraprendere questo tipo di strada creativa? Jean Francois Rauzier è stato, oltre che fotografo, anche pittore e scultore per 30 anni è de proprio da qui che nasce la sua “esigenza” di esprimersi con questa tecnica, lui stesso dice che con questa tecnica, da lui chiamata hyper-photography, lui è riuscito a catalizzare tutte e tre le sue passioni: quella per la fotografia catturando la realtà, per la pittura scegliendo e controllando ogni elemento dell’immagine, per la scultura grazie al processo di realizzazione che gli consente di avvicinarsi, toccare e sentire la consistenza di ogni singolo elemento prima di arrivare alla fine dell’opera, infatti le sue opere sono immense e permettono (ingrandendo l’immagine a dismisura) quasi di percepire ogni singolo elemento dell’immagine, questo a mio avviso è solo un “effetto ottico e sensoriale” infatti la percezione di ingrandire quasi all’infinito un’immagine ci da la sensazione di viverla ed entrare al suo interno come se fosse reale, tangibile come una scultura, ma alla fine rimane sempre un immagine grande…molto grande.
Detto questo rimane ovviamente di discutibile bellezza il suo lavoro e soprattutto le sue singole opere che possono essere di dubbio gusto.
Altro aspetto da non sottovalutare è la fruibilità delle opere di Jean Francois Rauzier, nel senso che a mio avviso sono opere che esprimono il massimo di loro stesse solo per una visualizzazione web (quindi anche questo aspetto risulta essere “nuovo” nel campo dell’arte) proprio per la loro capacità a ingrandirsi quasi a dismisura e che anche se stampate giganti non avrebbero lo stesso impatto sensoriale che viste sul suo sito web fatto ad-hoc per poterle visitare ed esplorare come vere città virtuali